HomeItalian NewsTaulant Toma evaso da carcere di Milano: è ancora ricercato

Taulant Toma evaso da carcere di Milano: è ancora ricercato


In Francia, nei paesi limitrofi come il Belgio, naturalmente in Italia, in Montenegro e nella stessa Albania in cui è nato 41 anni fa, si cerca Toma Taulant. Qui e non altrove, perché le spettacolari evasioni del mago della fuga sono sempre state supportate da membri delle vecchie bande che in queste nazioni sono particolarmente attivi. Si tratta delle batterie di rapinatori e contrabbandieri con cui l’uomo scappato domenica mattina dal carcere milanese di Opera si è sempre accompagnato, per costruire un curriculum criminale lungo 20 anni. Piccoli gruppi di gente d’azione, indipendenti nei singoli colpi, ma inseriti per supporto logistico e ricettazione, nella rete transnazionale che prende il nome di mafia albanese.

Le quattro evasioni

Da tre giorni, la voce più rilevante di questo curriculum è il superamento del report di “Faccia d’Angelo” Felice Maniero. Il capo della mala del Brenta è infatti riuscito a beffare i suoi carcerieri per tre volte. Taulant detto “Il Mago”, addirittura quattro. Il primato lo ha certificato Leo Beneduci, segretario del sindacato di Penitenziaria, Osapp, per cui Toma il rapinatore di uffici postali, Toma il trafficante di droga e armi, ma soprattutto, Toma l’inafferabile «è riuscito a trasformare un carcere di massima sicurezza in un trampolino di lancio verso l’esterno».

La dinamica

Come abbia fatto, gli agenti che lo avevano in custodia advert Opera lo hanno scoperto un’ora e mezzo dopo la fuga. Erano le otto di domenica scorsa, la finestra della sua cella aveva una sbarra segata, lasciando aperto uno spazio rettangolare di 30 per 40 centimetri: troppo poco perché ci passasse anche il suo compagno di detenzione, ma abbastanza perché Taulant, dimagrito apposta allo scopo, ci infilasse la testa e riuscisse a calarsi, con una corda di lenzuola, fino al piazzale sottostante. L’ultimo ostacolo, il muro di cinta alto 6 metri, l’ha superato con un numero da circo: ha costruito una pertica legando dei manici di scopa con lo scotch e fissando all’apice un gancio di ferro: un attrezzo abbastanza solido per sostenerlo mentre si arrampicava.


Le sbarre della cella da cui è fuggito Taulant Toma segate con alcuni attrezzi che il detenuto si è procurato nell’officina-laboratorio del carcere

 

I precedenti a Terni e Parma

La sua prima volta period stata nel 2009, quando evase dal supercarcere di Terni. Anche qui, copione simile: sbarre segate e lenzuola come fune. A queste fughe, l’albanese è sempre riuscito a far seguire latitanze lunghe. Questa durò 2 mesi, finché non lo catturarono a Casarile, nell’hinterland milanese e lo portarono nel penitenziario di Parma, una delle strutture ritenute più sicure d’Italia, tanto che ospita, per esempio, diversi mafiosi detenuti al 41 bis. Una nuova sfida che Taulant coglie e vince quattro anni dopo. È il febbraio del 2013 quando riesce a scappare anche da qui. Il suo complice in questa evasione morirà ucciso qualche tempo dopo, da un gioielliere che stava tentando di rapinare. Lui resterà a piede libero fino a settembre.

Il caso belga

In questo mese, le autorità di polizia italiane scoprono che è stato arrestato a Liegi, in Belgio, e portato nella prigione di Lantin, poco fuori città. Mentre le pratiche d’estradizione vanno a rilento, Toma non perde tempo. È in questa occasione che il supporto della malavita albanese si fa più evidente. Un grosso petardo viene fatto esplodere nel cortile del carcere per creare un diversivo. Poi, un gruppo di detenuti forma una piramide umana su cui Taulant si arrampica. Oltre al muro, lo aspetta un gruppo armato che lo carica in macchina e scappa. A suo favore, nell’episodio più recente, ha giocato il personale ridotto per le festività, nonché il fatto più generale che advert Opera ci siano «1.338 detenuti per 918 posti disponibili, controlalti da soli 533 agenti, che dovrebbero invece essere almeno 811». Lo ha detto il segretario di un altro sindacato di Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio della Uilpa, forse non tenendo conto del dettaglio che ora gli internati in quel carcere sono 1.337. Prima di questo nuovo reato, Toma Taulant accumulava pene fino al 2048.

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