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Milano-Cortina, il Cio prende tempo sull’esclusione di Israele. Malagò spera nella tregua olimpica



Il Comitato Olimpico Internazionale conferma la partecipazione di Israele ai Giochi di Milano-Cortina 2026, respingendo, anche se indirettamente, la richiesta del premier spagnolo Pedro Sánchez di escluderlo come già accade per Russia e Bielorussia. «Israele rispetta la Carta Olimpica, il suo caso è diverso», chiarisce il direttore esecutivo Christophe Dubi.

L’esclusione degli atleti di Israele sembra un’ipotesi remota ma resta la speranza che la tregua olimpica, da firmare il 19 novembre a New York, possa coincidere con uno cease dei conflitti. E infatti prova advert allargare il discorso Giovanni Malagò, presidente della Fondazione Milano-Cortina e membro del Cio: «Israele e Palestina sono riconosciuti da anni come due Stati dal Cio, entrambi in regola con i principi olimpici. Va distinto chi ha responsabilità politiche dalle dinamiche sportive».

La prospettiva, aggiunge, resta quella della tregua olimpica, che sarà firmata il 19 novembre a New York. «La firma sarà molto importante – precisa Malagò –. Ci auguriamo che i Giochi diventino occasione per staccare, in un momento in cui l’escalation militare preoccupa tutti. Lo sport può provare a dare una mano, il board del Cio se ne occuperà».

Sul piano organizzativo, Milano-Cortina ha ricevuto la promozione della Coordination Commission: opere all’85%, 800 mila biglietti già venduti, 127 mila richieste per fare i volontari e sponsorizzazioni vicine a quota 550 milioni. Plausi anche alla sicurezza, considerata solida nonostante le tensioni internazionali.


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