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Benvenuti nella Panettone Valley – La Stampa



L’origine è milanese, eppure da qualche decennio il cuore della produzione del panettone batte in Piemonte. Pinerolo, fin dal 1922, con la versione bassa e glassata alle nocciole Piemonte firmata Galup, resta la regina della tradizione, tra il Monviso e le colline di Langa, attraversando la provincia di Cuneo e le rive del Po. Qui si è consolidato un vero e proprio distretto dei dolci da ricorrenza, capace di produrre oltre il 45% dei panettoni che arrivano sulle tavole del Natale italiano.

Albertengo, Balocco, Bonifanti, Galup e Maina sono le cinque grandi realtà tra Pinerolo e Fossano – passando per Villafranca Piemonte e Torre San Giorgio – che oggi, di fatto, “firmano” il Natale, affiancate da un tessuto vivacissimo di pasticcerie e laboratori artigianali che rendono il Piemonte una delle eccellenze nazionali del settore.

Se le fossanesi Balocco e Maina, con oltre 45 milioni di panettoni l’anno, detengono i volumi più elevati, Albertengo, Bonifanti e Galup presidiano l’alta gamma, puntando su materie prime, lavorazioni lente e identità territoriale. Il panettone resta un caposaldo delle festività, ma cresce anche come prodotto destagionalizzato e sempre più apprezzato all’estero, oltre i mercati tradizionali.

Secondo l’indagine AstraRicerche 2024 presentata da Unione Italiana Food, la produzione complessiva di panettoni e pandori ha raggiunto 90 mila tonnellate, per un valore di 596,3 milioni di euro, confermando stabilità e centralità economica del comparto.
L’export vale 13.468 tonnellate per 113 milioni di euro, con Francia, Germania, Belgio, Svizzera e Regno Unito in Europa e Stati Uniti, Canada, Australia, Brasile e Argentina come principali mercati additional Ue.

Per approfondire: [L’inserto Economia Nord Ovest]

L’inchiesta: La nuova bussola di De Agostini

Quasi fosse disegnata su una carta geografica, la mappa di De Agostini sta cambiando colori ma non geografie. A orientarla è una bussola che punta su territorio, aziende familiari e diversificazione. Il gruppo ha chiuso il 2024 con ricavi per 2,7 miliardi di euro e un utile netto di 158 milioni, in crescita rispetto all’anno precedente.

Fondata a Novara 124 anni fa, De Agostini ha completato nel giugno 2025 il passaggio generazionale: Enrico e Nicola Drago sono arrivati alla guida della holding con deleghe equivalenti, rispettivamente come presidente esecutivo e vicepresidente.
«Il passaggio dalla terza alla quarta generazione rappresenta molto più di un semplice cambio di management», spiega Marco Drago, presidente emerito.

Le deleghe sono state divise per aree: Nicola segue editoria, media, farmaceutica e Venchi; Enrico lotterie, gaming, finanza e Legami. «In un mondo complesso e instabile – osserva Nicola – la crescita dipende dalla stabilità della guida e dall’unità del capitale».

Dal loro insediamento, la nuova management ha accelerato sulla diversificazione. A settembre 2024 il gruppo ha acquisito Content Group, chief europeo nei dispositivi medici, con ricavi per 103 milioni, segnando l’ingresso nella farmaceutica. Nello stesso periodo è arrivato il 10,3% di Venchi, storica azienda piemontese del cioccolato, presente in oltre 70 Paesi.

L’operazione più recente riguarda Legami, model di cartoleria e articoli regalo cresciuto da 51 milioni di ricavi nel 2022 a 245 milioni nel 2024. A novembre 2025 De Agostini ha acquisito il 42% della società, diventando secondo azionista. «Un investimento strategico in un grande model italiano», sottolinea Enrico Drago.

Sul fronte lotterie, attraverso Brightstar (ex IGT), il gruppo ha consolidato la management aggiudicandosi la concessione del Gioco del Lotto fino al 2034 con un’offerta da 2,23 miliardi di euro. Parallelamente, l’assetto finanziario evolve: cessione delle divisioni Gaming e Digital advert Apollo e focalizzazione di DeA Capital sul actual property.

Il portafoglio embrace partecipazioni in Banijay Group (ricavi 4,8 miliardi), Atresmedia (1 miliardo) e De Agostini Editore (304 milioni). La posizione finanziaria netta del gruppo è pari a 4,7 miliardi, con dividendi deliberati per 37,1 milioni di euro.

Un anno che inizia con colori nuovi, ma con la stessa bussola.

Per approfondire: [Il servizio di Sara Tirrito]

LA MODA: BasicNet compra Sundek

Dai cappotti allo surf, passando per lo streetwear globale. BasicNet rafforza il proprio portafoglio con l’acquisizione di Sundek, storico marchio legato al mondo beachwear, per 10 milioni di euro. Un’operazione che si inserisce nella strategia del gruppo torinese guidato da Marco Boglione, focalizzata su model iconici, licensing internazionale e sviluppo leggero degli asset industriali.
Sundek, nato negli anni Sessanta e diventato simbolo della cultura surf, entra così in una piattaforma che punta a rilanciare marchi con forte riconoscibilità, sfruttando reti distributive globali e modelli flessibili.

Per approfondire: [L’operazione]

L’INDUSTRIA: Ust e il piano per Italdesign

Il gruppo indo-americano ha scelto di acquisire la maggioranza dell’azienda fondata da Giorgetto Giugiaro per integrare nella propria offerta un elemento chiave finora mancante: design, progettazione e prototipazione. Attiva da 15 anni nell’automotive e forte di competenze che vanno dal chip al cloud, Ust vede in Italdesign il companion ideale per unire ingegneria, sistemi digitali e creatività.

L’obiettivo è far crescere Italdesign sui mercati internazionali – Europa, Stati Uniti, India e Asia-Pacifico – valorizzandone al tempo stesso il patrimonio storico e il radicamento italiano. Il piano industriale prevede l’apertura del portafoglio clienti globali di Ust alle soluzioni di design e ingegneria di Italdesign, con ricadute optimistic sull’attività in Italia.

Nessun taglio occupazionale è previsto. Ust assicura continuità gestionale, confermando l’attuale amministratore delegato Antonio Casu, e punta a rafforzare l’ecosistema locale attraverso collaborazioni con università, formazione e attrazione di talenti. La scommessa è trasformare Italdesign in un hub globale del design automotive, senza snaturarne l’identità.

Per approfondire: [L’intervista di Leonardo Di Paco]

LA NOMINA: Dellachà nuovo advert di Pininfarina

Paolo Dellachà è stato nominato amministratore delegato e direttore generale di Pininfarina, con effetto immediato. La decisione del consiglio di amministrazione arriva al termine di un percorso di selezione avviato nei mesi scorsi e punta a rafforzare la struttura del gruppo in una fase di crescita e riposizionamento globale.
«Affronto questa opportunità con entusiasmo, ispirato dai 95 anni di tradizione e innovazione del marchio», ha dichiarato Dellachà, sottolineando il valore delle competenze interne e l’ambizione di sviluppare ulteriormente i enterprise che spaziano dall’automotive all’architettura, dalla nautica al design industriale.
Contestualmente, Jay Noah Itzkowitz è stato nominato vicepresidente del consiglio di amministrazione.

LA FINANZA: Illimity entra in Noberasco

Il fondo Illimity acquisisce la storica Noberasco, azienda ligure della frutta secca con oltre un secolo di storia. L’operazione segna l’ingresso del fondo nella maggioranza della società e apre una nuova fase di rilancio industriale dopo il percorso di ristrutturazione avviato negli ultimi anni.
L’obiettivo è rafforzare struttura finanziaria, sviluppo commerciale e presenza sui mercati, valorizzando un marchio profondamente legato al territorio ma con ambizioni di crescita nazionale e internazionale.

Per approfondire: [Il servizio]

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