Essere certi di incassare subito mezzo miliardo di euro, anziché lottare per anni per portarne a casa 3 miliardi di euro. Prevale il pragmatismo nella trattativa tra Amazon e l’Agenzia delle Entrate che si è conclusa il 10 dicembre con il raggiungimento di un accordo per chiudere il contenzioso tributario sulla presunta evasione fiscale.
Il provvedimento
Amazon, indagine della procura di Milano: ipotesi di contrabbando prodotti cinesi
REDAZIONE ECONOMIA
L’accusa
Secondo i calcoli della guardia di finanza di Monza e la procura di Milano, la cifra da versare ammontava a 3 miliardi di euro commessa tra il 2019 e il 2021 sul mancato versamento al Fisco italiano dell’Iva da parte dei venditori additional Ue, in particolare cinesi, dei prodotti importati in Italia e commercializzati sul market del colosso dell’e-commerce americano.
Ai 511 milioni di euro, che tiene conto oltre all’imposta non versata anche degli interessi e delle sanzioni, si aggiungono altri 212 milioni che due società del gruppo, Amazon Italia Transport e Amazon Logistics, hanno dato all’Agenzia dell’Entrate e all’Inps nell’ambito di un’altra indagine della procura di Milano. Quella per la contestata frode fiscale 2017-2022 nell’utilizzo dei serbatoi di manodopera per le consegne dei pacchi.
guerra commerciale
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La reproduction dell’azienda
«Abbiamo raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate e rimaniamo concentrati nell’offrire un’esperienza di acquisto eccellente ai nostri clienti in Italia – commenta in una nota la società -. Questo accordo riflette il nostro impegno a collaborare in modo costruttivo con le autorità italiane. Ci difenderemo con determinazione rispetto all’eventuale procedimento penale, che riteniamo infondato. Siamo tra i primi 50 contribuenti in Italia e uno dei maggiori investitori esteri nel Paese. Negli ultimi 15 anni abbiamo investito oltre 25 miliardi di euro in Italia, dove impieghiamo direttamente più di 19.000 persone. Contesti normativi imprevedibili, sanzioni sproporzionate e procedimenti legali prolungati incidono sull’attrattività dell’Italia come destinazione di investimento».
