HomeItalian NewsIl piano del governo per le assunzioni: servono subito 30 mila infermieri

Il piano del governo per le assunzioni: servono subito 30 mila infermieri


La manovra targata Schillaci punta forte su medici e infermieri: e lo fa pagando di più soprattutto i camici bianchi che, smontato dal pubblico, non vanno advert arrotondare in clinica o nello studio privato, sperando che questo contribuisca advert accorciare le liste di attesa. Per gli infermieri si punta invece soprattutto sulle assunzioni, visto che in Asl e ospedali ne mancano circa 30 mila. Tante quante sono le assunzioni previste nel triennio di medici (circa 2.500) e infermieri più qualche tecnico sanitario. Un piano per il quale si stanziano da qui al 2028 poco meno di 4 miliardi, di cui 841 milioni nel 2026, quando si prevede l’assunzione di circa 2.300 medici e 9.700 professionisti della salute.

Il problema ĆØ dove trovare gli infermieri visto che sul mercato ce ne sono sempre meno e i giovani sembrano ormai snobbare la professione, tanto che ai check di ammissione di quest’anno, per la prima volta, si sono presentati meno candidati rispetto ai posti disponibili: 19 mila su 20 mila. Il cuore del problema, manco a dirlo, ĆØ economico. In Italia un infermiere guadagna in media 32.400 euro lordi l’anno: appena più di un impiegato generico, ma quasi 7.400 euro in meno rispetto alla media Ocse per la categoria, che si attesta sui 39.800 euro. Per questo, in manovra, oltre al pacchetto assunzioni, ĆØ previsto anche un aumento dell’indennitĆ  di specificitĆ  infermieristica, per il quale sono stanziati 120 milioni di euro, che si tradurranno in un incremento stimato di 110 euro lordi mensili.

Per attrarre nuovi infermieri e frenarne la fuga dal servizio pubblico, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, punta anche a dare applicazione a una norma giĆ  prevista dal ā€œdecreto bolletteā€ del 2023 — ma rimasta quasi ovunque lettera morta — che consente agli infermieri di esercitare fuori dall’orario nel pubblico la libera professione, cosƬ come ĆØ consentito ai medici. Ma per tamponare l’emergenza, lo stesso ministro ha recentemente ammesso che bisognerĆ  attingere dall’estero: India, Argentina, Paraguay, Albania e Indonesia, tanto per citare i Paesi da cui alcune regioni hanno giĆ  reclutato personale.

Di medici, invece, non c’è carenza, anche se il problema ĆØ che i vuoti in pianta organica si concentrano nelle specialitĆ  dove si fa poco o niente privato, come la medicina d’emergenza e urgenza. Per questo la manovra prevede un aumento mensile medio di 220 euro dell’indennitĆ  di specificitĆ  che va a tutti i camici bianchi, ma poi stanzia 100 milioni per aumentare l’indennitĆ  di esclusivitĆ  medica, che si tradurrĆ  in incrementi — in base all’anzianitĆ  e all’incarico — da circa 246 a 1.825 euro annui lordi. Questi soldi andranno nelle buste paga dei dottori che non esercitano la libera professione nel privato, ma lavorano esclusivamente nelle strutture pubbliche.

E questo mentre l’attivitĆ  intramuraria, quella privata svolta nei pubblici ospedali, ha registrato ricavi pari un miliardo e 286 milioni nel 2023, segnando un nuovo balzo in avanti del 33% rispetto all’anno precedente, come documenta la relazione al Parlamento sulla cosiddetta Intramoenia, presentata a luglio dal Ministero della Salute. E il problema ĆØ che a fare più attivitĆ  privata sono spesso i professori universitari che dirigono i reparti: ossia coloro che dovrebbero riorganizzare il lavoro con l’obiettivo di abbattere le liste di attesa.

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